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                    origini: il paintballVerso la fine degli anni ’70 si è diffuso un 
                    nuovo gioco di squadra, nato dall’idea di un boscaiolo 
                    americano che, per scherzare, aveva “sparato” 
                    ai suoi compagni con lo strumento usato per marcare di vernice 
                    gli alberi da abbattere. Questo gioco ha preso il nome di 
                    paintball e ha avuto subito un enorme successo. Sono stati 
                    creati appositi fucili detti “marcatori”, del 
                    tutto simili ad armi vere ma sparanti proiettili pieni di 
                    vernice. In breve, i boschi d’America e di parte dell’Europa 
                    hanno preso a risuonare dei rumori di gruppi di persone che, 
                    bardate di tuta mimetica e armate di fucili che sparano palline 
                    di vernice, si affrontavano e si inseguivano senza sosta. 
                    Questi sedicenti “guerrieri della domenica” venivano 
                    guardati a volte con sospetto, spesso con sufficienza, ma 
                    altro non facevano se non rivivere, in forma un po’ 
                    più adulta, i giochi di Guardie e Ladri o di Indiani 
                    e Cowboys che tutti avevamo fatto da bambini.
  
 Nasce il SoftAirIn Giappone il paintball non poteva essere praticato, a causa 
                    delle severissime leggi sulle armi che vigono in quel paese. 
                    Ma i giapponesi non si sono persi d’animo e hanno inventato 
                    delle armi meno potenti, che sparavano piccoli proiettili 
                    in plastica. Era la metà degli anni ’80: nascevano 
                    le ASG (Air Soft Gun = armi ad aria soffice) e, con esse, 
                    il softair. Le ASG sono repliche perfette delle vere armi 
                    da guerra, identiche in tutto, a volte persino nel peso. Invece 
                    di proiettili in piombo propulsi da esplosivi chimici, sparano 
                    pallini di plastica calibro 6 propulsi da aria compressa. 
                    Le prime repliche avevano un funzionamento semiautomatico, 
                    e il giocatore doveva ogni volta caricare l’arma prima 
                    di sparare un colpo; oggi, praticamente tutti i soft-gunners 
                    utilizzano armi automatiche azionate da motori elettrici.
 
 Il SoftAir in ItaliaAnche in Italia, come in Giappone, la legislazione rende impraticabile 
                    il paintball ma verso la fine degli anni ’80 arrivano 
                    in Italia le prime ASG semiautomatiche. Nel giro di un paio 
                    d’anni, anche da noi cominciano a formarsi i primi club 
                    di soft-gunners. In questi primi tempi molti giocano in modo 
                    semi-clandestino; non sono pochi i club che, sorpresi dalle 
                    forze dell’ordine allertate da qualche cercatore di 
                    funghi, passano la domenica pomeriggio in Questura. Con il 
                    passare del tempo, però, la situazione è andata 
                    normalizzandosi. Oggigiorno il softair è praticato 
                    in Italia da decine di migliaia di persone, organizzate in 
                    centinaia di club legalmente riconosciuti. E’ diventato 
                    uno sport di squadra come molti altri, anche se viene ancora 
                    guardato con sufficienza o con sospetto; ma si sa, il nostro 
                    è un paese dove la cultura ludica non è di casa 
                    e ci vorrà molto tempo prima che il softair venga accettato 
                    in pieno.
 Come si giocaIl softair ha varie discipline, ma la parte del leone la fa 
                    certamente il “combat”, Nella gara di tipo combat 
                    si affrontano due o più squadre di giocatori, ognuna 
                    delle quali ha un obiettivo particolare; per raggiungere questo 
                    obiettivo è quasi sempre necessario eliminare i giocatori 
                    delle squadre avversarie, colpendoli con i pallini sparati 
                    dalle proprie ASG. Ecco un esempio di semplice gara combat: 
                    le due squadre dividono a metà il terreno di gioco; 
                    all’interno di ognuno dei due settori, una squadra posiziona 
                    il proprio campo base individuato da una bandiera; compito 
                    di ogni squadra è, entro un’ora dal fischio d’inizio, 
                    prendere la bandiera avversaria e portarla nel proprio campo 
                    base. Questa semplicissima struttura può avere centinaia 
                    di varianti: si può cambiare il numero delle squadre, 
                    la durata della partita, il terreno di gioco (bosco, urbano, 
                    collina, etc.), si può dare la possibilità ai 
                    giocatori “colpiti” di rientrare in gioco dopo 
                    un certo periodo di tempo, si può variare il numero 
                    di bandiere, etc. Solo la fantasia può porre un freno 
                    alla varietà degli scenari.
 
 Due cose importanti
 Il softair non richiede ai suoi praticanti il possesso di 
                    doti particolari; non è necessario essere dei Rambo, 
                    basta la voglia di divertirsi e una condizione fisica normale. 
                    Due cose però sono importantissime:
 In primis, occorre aver ben presente che, pur non essendo 
                    le ASG delle armi pericolose, l’impatto di un pallino 
                    su di un occhio può causare seri danni. Pertanto, tutti 
                    i soft-gunner utilizzano speciali occhiali o maschere in plastica, 
                    che non vengono mai tolte durante lo svolgimento delle gare.
 Un’altra cosa, anch’essa derivante dalla natura 
                    delle ASG: mentre per il paintball si ha la “certezza 
                    del colpo”, nel senso che il marcatore lascia sul giocatore 
                    colpito un segno di vernice, nel softair questo non avviene, 
                    essendo i pallini calibro 6 in plastica. Diventa fondamentale 
                    a questo punto “l’onestà” di tutti 
                    i giocatori, che devono “dichiararsi” colpiti 
                    ogni volta che sentono l’impatto di un pallino. Senza 
                    l’onestà dei soft-gunners, il softair non ha 
                    senso. Questo è visto come un limite del nostro sport, 
                    ma può essere visto anche come un pregio e un modo 
                    per migliorare noi stessi.
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